Nell'immaginativa definizione di Richard Kelly, il concetto di «ambient luminescence» richiama «la luce ininterrotta di una mattina innevata in aperta campagna o il crepuscolo su un fiume dove rive, acqua e cielo si confondono». In altre parole, la luce d'ambiente comprende tutto quello che conosciamo riguardo all'illuminazione diffusa e alla luce indiretta.
L'illuminazione generale produce una luce senza ombre che minimizza forme e volumi e riduce l'importanza di oggetti e persone, suggerendo le idee di infinito, libertà, spazio e trasmettendo la sensazione rassicurante di un ambiente accogliente e sereno. Con «ambient luminescence» dunque si intende l'illuminazione di base, la luce necessaria per vedere, percepire lo spazio, orientarsi e avere la visione d'insieme.
Questo tipo di illuminazione rappresenta la base fondamentale di un sistema illuminotecnico, ma non necessariamente il punto di partenza o di arrivo del progetto. In contesti ristretti la luce generale può essere la naturale somma di diversi punti di luce d'accento o il risultato dei flussi emessi da apparecchi posizionati e concepiti per illuminare solo determinate aree di attività. E anche in spazi più ampi, la luce d'ambiente è comunque solo uno dei bisogni o delle funzioni cui un progetto di illuminazione dovrebbe assolvere.
Una luce diffusa e uniforme non significa un'illuminazione indifferenziata per tutti gli spazi e i contesti, ma anzi comporta la ricerca delle soluzioni adeguate alle diverse esigenze che ogni specifico ambiente richiede, a seconda delle attività che in esso devono essere svolte. L'illuminazione generale della casa, ad esempio, varia tra zona giorno, zona notte e aree, come lo studio o la cucina, dove i compiti che vengono eseguiti richiedono maggiore attenzione e concentrazione e quindi maggiore illuminamento. Allo stesso modo la luce d'ambiente di un salotto risponde a bisogni diversi di quella necessaria per la corretta illuminazione di un ufficio o di un altro contesto di lavoro, e, di nuovo, anche in questo caso le caratteristiche cambiano a seconda della tipologia di attività, di spazi e di utilizzo delle aree.